venerdì 29 ottobre 2010

Joe Galullo al Bibe et Impera

Serata con lo zingaro del blues.
Joe Galullo.
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martedì 26 ottobre 2010

Fotografo Mauro Tamburini

Il Bibe ringrazia tutti quelli che hanno partecipato al evento.
Con Mauro, e per le sue splendide foto.

Si ringrazia Paolo Italo Chiara ecc.

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sabato 16 ottobre 2010

Compleanno della cara Silvia

La serata del compleanno della ns. Silvia.
Il Bibe ringrazia.....Stefano no.....ma!
Le foto.....ci sono.......

Tanti auguri Silvia.
Tutto il Bibe et Impera.
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Sabato 16 al Bibe

Per l'inverno 2010 la formazone del Bibe et impera.
Vede in cucina la new entry de lo chief Orietta Gasparotto, e de Ruben.
Dietro al bancone, alla mescita Francesco & Martina.
Ovviamente Silvia e Matia........quando ritorna dalle ferie.....:D.
E al mixer il grande Max Battaglia.
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giovedì 14 ottobre 2010

Orietta Gaspatotto al Bibe et Impera

La stagione invernale del «Bibe» si apre con la nuova collaborazione della chef Orietta Gasparotto, nota per aver gestito negli ultimi anni il ristorante La Capanna del Marinaio.

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Bibe et Impera - Mauro Tamburini

Il Bibe et Impera, riapre con la mostra fotografica di Mauro Tamburini "Il lato chiaro".
Presentazione di Paolo Angeletti.


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mercoledì 13 ottobre 2010

BIBE ET IMPERA INAUGURA LA STAGIONE INVERNALE

IL BIBE ET IMPERA INAUGURA LA STAGIONE INVERNALE CON UNA MOSTRA DEL FOTOGRAFO MAURO TAMBURINI
 
Giovedì 14 ottobre riapre il Bibe et Impera, bar gastronomico in viale Trieste 5 a Pesaro.
Per loccasione alle 20,30 verrà inaugurata la mostra fotografica Il lato chiaro di Mauro Tamburini.
Il fotografo presenta immagini non professionali selezionate da foto ricordo scattate durante i suoi viaggi e a lato di servizi di reportage. Linaugurazione sarà accompagnata da un aperitivo-dibattito a cui parteciperanno lo stesso autore e il giornalista Paolo Angeletti.
La stagione invernale del Bibe et Impera si apre con la nuova collaborazione della chef Orietta Gasparatto, nota per aver gestito negli ultimi anni il ristorante La Capanna del Marinaio a Casteldimezzo, e portatrice di una cucina che lei stessa definisce Un cibo sano, energico, atto a nutrire con rispetto e piacere. Armonia di sapori che si incontrano in una pietanza che si lascia mangiare, parlare, ricordare. Quello che il mare offre
la terra la stagione
luomo la passione.
 
Alleghiamo la presentazione di Paolo Angeletti della mostra fotografica Il lato chiaro del fotografo Mauro Tamburini
 
Ci sono tanti modi per fotografare. E quindi di essere fotografi: c'è chi si considera un semplice osservatore e usa l'obiettivo per cogliere gli aspetti della vita quotidiana. Vita che può essere consumata in Africa o in Centro America,  in India o in Argentina oppure sotto casa. In questo caso è difficile vedere immagini costruite o soggetti in posa.
Sempre nel segno di questo impatto minimalista trova una sua dimensione anche chi, invece, dai luoghi comuni di tutti i giorni e latitudini riesce ad esaltare l'imprevedibile: fissare nascoste verità e clamorosi istanti di imprevedibilità. Ritraendo persone o orizzonti.
Altri ancora stravolgono la realtà: utilizzano obiettivi grandangolari e la messa a fuoco va sugli aspetti distorsivi, prospettive oscure e immagini che allo stesso tempo sconfinano nel rigore della grafica.
Il catalogo ci offre anche il fotografo specializzato nella documentazione, qualunque essa sia. Questa caratteristica esige un coinvolgimento, passionale o critico, nei confronti del soggetto scelto. L'immagine segue una sua costruzione ma non necessariamente un set definitivo e l'occhio cerca di fissare momenti e aspetti schietti e non artefatti.
Mauro Tamburini, che ha in sé tante di queste caratteristiche, ama raccontare il mondo (quello grande e lontano come quello piccolo e vicino) con un carattere distintivo fondamentale: l'attenzione, ma soprattutto, il rispetto per le persone che popolano questi luoghi. Baraccopoli, prigioni, bazar o mercati che siano. Visitati e attraversati per tante volte ma ancora capaci, però qui entra in gioco solo l'abilità e la bravura dell'autore, di stupire e sorprendere.
Con questa mostra Tamburini ci sorprende proponendoci una serie di foto-ricordo. Sono immagini che per sua stessa scelta sono rimaste escluse da reportage e mostre ufficiali, costituiscono però un aspetto sconosciuto e importante. È il racconto più intimo del viaggio, fotografie che colgono i momenti di relax, le battute con gli amici e perfino le inevitabili incomprensioni. È un dietro le quinte lieve, un back stage allegro, un modo di fermare quegli istanti d'affetto e di complicità senza i quali, forse, verrebbe a mancare l'approccio decisivo per il risultato perseguito.
Un semplice gioco che oltre il più sofisticato dei set o la più insidiosa delle situazioni ha il pregio di svelare il lato chiaro del fotografo.
 
 

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venerdì 8 ottobre 2010

Resuidi bellici chimici nell'Adriatico

L'INIZIATIVA INCONTRO COL GIORNALISTA DI FEO CHE DENUNCIO' IL FATTO

Residui bellici in Adriatico Tonnellate di iprite al largo di Pesaro

— PESARO —
CHE in Adriatico siano 'custodite' migliaia di tonnellate di armi chimiche (residui bellici della seconda guerra mondiale) lo sanno tutti. Per non parlare di cosa hanno inabissato proprio davanti alle nostre coste gli aerei di ritorno dalle missioni di guerra in ex Jugoslavia. Eppure, per evidenti ragioni di economia turistica ed alimentare, si è preferito 'dimenticare' la questione, fino a che non è intervenuto il libro (preceduto da una dettagliata inchiesta sul l'Espresso) di Gianluca Di Feo, che l'anno scorso ha ricostruito la mappa dei 'veleni di Stato' ancora abbandonati nei nostri mari.
«Armi chimiche — scrive Di Feo — progettate per essere immortali, cancerogene, che possono causare mutazioni genetiche e che sopravvivono a lungo sia nel terreno che sott'acqua». Un articolo agghiacciante, in cui vengono citate anche le acque antistanti la città di Pesaro. Secondo i documenti degli archivi tedeschi analizzati dal giornalista, nei fondali a sud della nostra città si troverebbe infatti la gran parte delle 1.316 tonnellate di testate all'iprite, un gas tossico e vescicante, che, durante la guerra, Hitler diede ordine di affondare in Adriatico per non farle cadere in mani avversarie.
Per affrontare la questione, i Liberi x Pesaro e l'Idv hanno organizzato per venerdì alle 21 (nella sala Pierangeli della Provincia) un incontro-dibattito dal titolo 'Residui bellici chimici nell'Adriatico' promosso da Alessandro Lelli, Niccolò di Bella e Italo Campagnoli. A relazionare sull'argomento saranno lo stesso Gianluca Di Feo e Matteo d'Ingeo, coordinatore del Movimento liberatorio politico di Molfetta, mentre tra gli ospiti saranno presenti il sindaco Luca Ceriscioli, il vice presidente della Provincia Davide Rossi, l'assessore regionale al Turismo Serenella Moroder e tanti altri. «L'iprite — ricordano gli organizzatori — provoca per inalazione, ingestione o assorbimento attraverso la pelle rischi gravi, acuti o cronici, anche letali, e può causare danni all'ecosistema nel corto o nel lungo periodo. Gli involucri d'acciaio sepolti da fango e sabbia sui fondali, con il tempo stanno corrodendosi e potrebbero rilasciare l'iprite. LiberiXPesaro e Idv hanno da tempo sollevato preoccupazioni e provveduto a sollecitare tutti i sindaci marchigiani, i presidenti di Provincia e il presidente della Regione a farsi portatori presso il Governo italiano di una richiesta di informazioni e chiarimenti, sul grado di tossicità dei materiali abbandonati, su eventuali programmi per il recupero e lo smaltimento dei residui bellici. Le richieste sono state inoltrate, ma dal ministero della Difesa è giunta solo una risposta che risulta piuttosto evasiva nonostante voglia essere rassicurante».
Francesca Pedini


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Studenti in sciopero

Studenti in sciopero nelle scuole di Pesaro.
Contro i soldi dati alle scuole private.

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